GRAN TOUR IL MOLISE ESISTE New
Campobasso - Altilia - Isernia - Frosolone - Bagnoli del Trigno - Agnone - Bojano - Pietrabbondante - Pescopennataro - Capracotta - Gambatesa - Jelsi - Trivento - Civitacampomarano - Roccavivara - Larino - Termoli - Venafro
arte, enogastronomia, esperienzeVENAFRO

Date di Viaggio
- 19/26 giugno
- 24/31 luglio
- 14/21 agosto
- 18/25 settembre
Plus Guiness
- 1 visita in azienda vinicola con pranzo tipico e degustazione vini doc
- 2 pranzi tipici
- 3 light lunch degustazione
- Tartufo Experience
- visita Acquedotto Molise Centrale
- degustazioni varie di vini, dolci e prodotti tipici
- bevande incluse ai pasti
- viaggiare in modo esclusivo con massimo 30 persone
Perchè questo Viaggio
- per conoscere nello stesso viaggio civiltà sannitica e romana
- per scoprire Altilia, una piccola città romana nel Molise
- per visitare una regione che nasconde tanti tesori
Il Bosco degli Abeti Soprani, un luogo ammantato di fascino e di mistero ancestrale, dove si ode ancora l’eco delle battute di caccia degli uomini che popolavano queste terre già 200 mila anni fa e l’ululato sinistro del lupo, signore delle foreste. Non stiamo parlando di saghe nordiche, di guerrieri e di battaglie di altre epoche, anche se le atmosfere evocate da questi luoghi incontaminati, come per un oscuro sortilegio, sembrano aver preso forma dalle pagine di Tolkien, ma di uno degli ambienti più affascinanti dell’Alto Molise, Pescopennataro, il “paese degli abeti e della pietra”. Arroccato su uno sperone di roccia a circa 1200 metri di altitudine, su un’inespugnabile fortificazione naturale dalla quale si domina l’intera vallata del Sangro, il delizioso borgo montano sorge al confine tra l’Abruzzo e il Molise, in una sorta di Terra di Mezzo, per restare sui temi Tolkieniani. Il paese è letteralmente immerso in un’estesa area boschiva, quasi inghiottito da foreste di abete bianco tra le più importanti di tutto l’Appennino centro-meridionale. Possenti e rari esemplari di abete bianco, imponenti faggi, sorgenti e rivoli di acqua cristallina, come quelle di Rio Verde, che sgorgano dalle viscere della montagna, distese di pascoli d’alta quota, questo lo straordinario colpo d’occhio offerto da Pescopennataro, una tappa imperdibile per i turisti che sanno apprezzare il patrimonio paesaggistico e naturalistico che solo l’Altissimo Molise, a queste latitudini, riesce ad offrire. Stazione climatica dove praticare escursioni e passeggiate, inerpicandosi sui sentieri segnati che attraversano il Bosco degli Abeti Soprani e conducono fino all’eremo di San Luca, una suggestiva chiesetta costruita a ridosso di una parete rocciosa, in un punto panoramico dal quale si può godere uno scenario grandioso. L’avvicendarsi delle stagioni rende mutevole la tela dipinta dalla Natura: il rigoglioso tripudio di tonalità e sfumature di verde, in primavera e in estate, lascia il posto alle calde tinte autunnali, quando le fantasie cromatiche del bosco riescono ad trasmettere sensazioni difficili da rendere con l’inchiostro, per finire con il bianco candido, abbagliante della neve. Un luogo da visitare in ogni stagione, da godere d’inverno con gli sport invernali, ma anche in estate, con le escursioni e le arrampicate sulle pareti rocciose, in autunno, alla ricerca di funghi e tartufi e in primavera, per assistere al miracolo della Natura che si ripete. Il Paese degli Abeti, ma anche della Pietra, dove gli elementi eterni ed immutabili, le rocce, si mescolano alla finitezza della vita dell’uomo, alla sua cultura, e divengono manufatti, opere d’arte, pezzi unici da materia inerte che prendono vita e forma sotto le mani sapienti dello scalpellino “pescolano”. Un modo forse di dominare la Natura, vivendo però in rispettosa simbiosi con essa, plasmando la roccia, ricavando utensili e strumenti da quello stesso materiale di cui è fatto lo sperone a picco sul Sangro sul quale gli antenati decisero di costruire le prime abitazioni di Pescopennataro.
Alla scoperta di Altilia, una piccola città romana nel Molise.
Una piccola città romana incastonata lungo le pendici del Matese ed uno dei siti archeologici più importanti della nostra regione. Sensazioni e suggestioni da provare in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. In una lettera del 14 marzo 1846 si parla di Altilia-Saepinum in questi termini: “Tutto l’agro è ancora intatto, tutte le porte della città, una di esse ha ancora l’arco intero… Il teatro in Altilia è ben conservato, la strada principale è ancora lastricata da enormi pietre, è completa, ci sono molti mucchi di pietre delle quali è riconoscibile la loro provenienza da edifici e templi e, quanto altro sta nella terra è indescrivibile! Macerie ed iscrizioni sono sparse dovunque… come dappertutto vi sono colonne. È questo un luogo unico!”. Fortunatamente Altilia è ancora un luogo unico nel Molise e poco è cambiato da quando la vide Theodor Mommsen, autore della lettera. Una piccola città romana, edificata nei primissimi anni del I sec. d.C., perfettamente conservata, seppure non completamente scavata. La città conservava, agli occhi del più grande classicista del XIX secolo, le caratteristiche tipiche di un luogo di rovina, così caro alla mentalità romantica dell’epoca, un luogo dove il presente lasciava spazio all’antico dove le abitazioni rurali, costruite appena un secolo prima lungo il decumano e sulla cavea del teatro, si sostenevano grazie alle pietre lavorate dai romani. Da sempre luogo di passaggio, la città fu edificata a valle di una fortezza sannita che già presidiava il percorso tratturale che da Pescasseroli, in Abruzzo, arrivava al pugliese Candela. Le mura e le torri della città, fatte costruire dai figli adottivi di Augusto, Tiberio e Druso, delimitano un’area quadrangolare di circa 12 ettari, costituita dal cuore della vita pubblica: il foro, i resti della basilica, il tribunale, il comitium, la curia, il tempio e un’aula per il culto imperiale. Ma il fascino della città è racchiuso dai segni della vita quotidiana del passato: le fontane, la fullonica (a metà tra una lavanderia e una tintoria), il macellum (mercato della carne e del pesce), le terme, il teatro, le botteghe e le abitazioni. Entrando da porta Bovianum, l’unica che ancora conserva il suo apparato monumentale con i due prigionieri germanici in catene, si percorre il decumano ancora dotato di basoli pedonali rialzati per non bagnarsi i piedi, proprio come a Pompei e si arriva nella piazza del foro da dove si può attendere, nei pomeriggi d’estate, il passaggio delle mucche che, come in una nuova transumanza, escono dalla città dopo aver pascolato sui prati che ricoprono le aree non scavate.
Bagnoli del Trigno, il borgo molisano circondato da rocce giganti.
Un piccolo borgo immerso nel verde, alle cui spalle sorgono delle rocce gigantesche che fanno da fantastica cornice a un panorama da mozzare il fiato: ecco Bagnoli del Trigno. Il paese si trova nel cuore del Molise, in provincia di Isernia, ed è stato costruito su un rilievo collinare a ridosso di un massiccio roccioso che divide il fiume Trigno dal torrente Vella. L’incredibile posizione in cui sorge ha reso Bagnoli del Trigno un’attrazione turistica senza precedenti. In effetti, è come osservare un giocattolo intagliato dalla roccia dalle mani di un gigante, e la linearità delle costruzioni è elemento caratteristico del paesino. Essendo situato a due differenti altezze, a partire da 660 metri di altitudine sino ad arrivare ai 783 metri del punto più alto, il borgo è socialmente e culturalmente scisso in due zone, rispettivamente chiamate Terra di sotto e Terra di sopra. Passeggiare lungo le vie che, dal centro storico, si diramano per l’intero paese è come fare un vero e proprio viaggio nel tempo. Solo 700 persone vi abitano, e i ritmi qui sono ancora lenti come in passato. Un posto meraviglioso, dunque, per rigenerarsi e ritrovare se stessi. Visitare il piccolo borgo, uno dei più affascinanti e suggestivi d’Italia, è un’esperienza che non dimenticherete mai. Nella zona più bassa potete ammirare la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, l’edificio religioso più grande del paese risalente al XVIII secolo. Molto affascinante è anche la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria: è la più antica del paese e sorge appena sotto un costone roccioso. Venne costruita probabilmente a cavallo tra il XII e il XIII secolo, ma il portale architravato venne restaurato in epoca rinascimentale, come si evidenzia anche dai fregi ornamentali che vi spiccano. Salendo con lo sguardo, non si può che rimanere colpiti dal campanile della Chiesa di San Silvestro Papa, arroccata sullo sperone roccioso che sovrasta Bagnoli del Trigno. Edificata tra il XII e il XIV secolo, la chiesa è letteralmente incastrata tra due rocce e ne restano visibili solo le pareti laterali e il portale di accesso maggiore, caratterizzato da uno stile romanico gotico. Il campanile, dicevamo, è sicuramente ciò che salta all’occhio: ha pianta quadrangolare ed è incastonato nella roccia, ma spicca per la sua copertura a cipolla rivestita in maiolica colorata. Altre tappe fondamentali per chi visita il borgo sono il monumento ai caduti, al centro di Piazza Umberto I, e la Fonte Vecchia, lo storico lavatoio costituito da una grande vasca centrale con rivestimento in blocchi di pietra. Ciò che più di tutti incanta i turisti è però il Castello ducale San Felice, che svetta imponente sulla cima della montagna rocciosa che avvolge alle spalle il paese. Come un solitario guardiano che veglia su Bagnoli del Trigno, la fortificazione risale all’XI secolo e venne costruita durante il dominio normanno della famiglia di Beraldo. In posizione strategica a dominare sull’intera vallata circostante, il castello aveva importanti funzioni difensive. Ma pian piano perse il suo ruolo fondamentale e venne abbandonato, fin quando non iniziò un’imponente restaurazione. Proprio i lavori operati sulle rovine del castello hanno portato alla scoperta di numerose zone di ampliamento che vennero aggiunte nel corso dei secoli, quando l’edificio passò da bastione di difesa ad abitazione signorile. Oggi, per arrivare al castello si può percorrere la scalinata San Felice: seppure realizzata in epoca moderna, rispetta il classico stile di un tempo grazie ai sampietrini. È una via tortuosa, che parte dalla Chiesa di Santa Maria Assunta e ci porta al punto più alto del paese, ma merita davvero un piccolo sforzo.
Trivento, la scalinata dai 365 gradini.
Il comune è noto per la sua lunga scalinata e l’interessante Cattedrale, cosi chiamato perché ancora oggi è esposto ai venti dell’est, del sud e del nord. Vi si accede tramite una salita che porta in cima al colle e proietta il visitatore in un’altra dimensione, dove a trionfare è la pietra. Ovunque tutto intorno è fatto di pietra, ad incominciare dalla fontana monumentale fino alla magnifica scalinata a tre corsie, formata da quella centrale molto ampia e da due laterali più piccole. E’ la scalinata di San Nicola, dove sfilano uno dopo l’altro ben 365 gradini, che si dice siano uno per ogni giorno dell’anno. Conduce alla parte alta del borgo collegando la piazza al centro storico: ai suoi lati si ergono gli edifici più importanti del paese e da sempre è il simbolo di accoglienza di Trivento, rappresentando una dellepiù belle gradinate di tutto il Molise. Scalino dopo scalino si arriva davanti alla Chiesa di San Nicola, davanti alla quale si può ammirare una bella statua marmorea del Cuore Immacolato di Maria. A quota 150 scalini ci si può fermare su Largo di Porta Maggiore dove la visuale spazia sulla Trivento moderna e si perde sulla montagna circostante. A quota 175 una poderosa costruzione la costringe a diramarsi e dare luogo a Via Roma, una strada fatta di scale. Al 234esimo scalino si apre invece la grande piazza che ospita la Cattedrale, il Campanile, la chiesa della SS Trinità e la Curia. La Cattedrale è l’altro simbolo cittadino, eretta su una preesistente basilica dedicata a San Casto. Ha subito nei secoli vari restauri ma custodisce tutt’ora preziosi tesori artistici tra cui la Cripta, situata a qualche metro di profondità sotto il transetto e il presbiterio, che segna il passaggio dal Tempio pagano, dedicato a Diana, al primo Cristianesimo.
1°GIORNO: ROMA - NAPOLI - ALTILIA “una piccola città romana nel Molise” - CASALCIPRANO - CAMPOBASSO km.250
2°GIORNO: CAMPOBASSO & dintorni”le chiese romaniche” km.50
3°GIORNO: MOLISE CENTRALE “l’altipiano appenninico”
4°GIORNO: ALTO MOLISE “il trionfo della natura”
5°GIORNO: TARTUFO EXPERIENCE - BOJANO “l’acquedotto Molise Centrale” - GAMBATESA km.130
6°GIORNO: BASSO MOLISE “borghi, wine tasting, mare” - LARINO & TERMOLI km.190
7°GIORNO: CIVITACAMPOMARANO “i Murales” - ROCCAVIVARA - TRIVENTO “365 gradini” km.110
8°GIORNO: CAMPOBASSO - ISERNIA“Museo Paleolitico” - VENAFRO - ROMA km.230 |
N.B. Le visite previste potranno essere invertite tra i vari giorni in funzione degli orari di apertura dei musei o per esigenze tecniche, ma il programma rimane invariato.
Quota individuale di partecipazione | € 1.250,00 |
Supplemento singola | € 210,00 |
Riduzione bambini fino a 12 anni in 3°/4° letto | € 100,00 |
Supplemento partenza del 14/8 | € 50,00 |
Supplemento partenza con Trenitalia AV su Roma/Napoli | SU RICHIESTA |
Notte supplementare pre/post tour a Roma, in b/b in doppia a persona, al giorno | € 60,00 |
Notte supplementare pre/post tour a Roma, in b/b in singola, al giorno (esclusa tassa di soggiorno,€ 6,00 al giorno a persona, da pagare in loco) | € 90,00 |
Assicurazione obbligatoria (incluso annullamento viaggio) | € 50,00 |
Quota di iscrizione | € 30,00 |
La quota comprende
- Viaggio A/R in Autobus GT Lusso |
NON COMPRENDE: |
COSTO DI TUTTI GLI INGRESSI PREVISTI DURANTE IL TOUR: Altilia: zona archeologica Tariffe incluse, in alcuni casi, di diritti di prenotazione, preacquisto obbligatori, e di sconti gruppi se previsti, € 30,00 |
CAMPOBASSO |
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DOCUMENTO RICHIESTO: CARTA D'IDENTITA' VALIDA |