Date di Viaggio
- 14/21 settembre
- 05/12 ottobre
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Plus Guiness
- 7 pranzi tipici in ristorante
- visita con degustazione stabilimento Strega Alberti
- degustazioni varie di vini e prodotti tipici
- bevande incluse ai pasti
- tasse di soggiorno incluse
- viaggiare in modo esclusivo con massimo 30 persone
Perchè questo Viaggio
- per visitare accuratamente Napoli e le sue meraviglie
- per conoscere i tanti tesori della Campania Felix
- per riscoprire sapori e profumi unici
Zungoli, il borgo delle grotte, è il borgo della Campania più suggestivo dal punto di vista naturalistico perché è proprio qui che ci si può immergere del tutto nella bellezza della natura irpina. È anche definito il borgo delle grotte perché si ha la possibilità di scendere in una delle cavità dove viene prodotto il famosissimo caciocavallo podolico. Una delizia da non mancare. Al confine tra Irpinia e Puglia, adagiata su un colle che si affaccia sulla Valle dell’Ufita, sorge la graziosa cittadina di Zungoli. Nell’area sono stati ritrovati diversi reperti di origine romana vista la vicinanza della Via Traiana che collegava Benevento con Brindisi. Le origini della città sarebbero legate tuttavia alla dominazione normanna, quando intorno all’anno 1000 fu fatto erigere il castello. Il borgo fu devastato dal terremoto del 1456 per poi essere ricostruito seguendo il gusto tardo-quattrocentesco. Nel seicento fu governatore di Zungoli lo scrittore e letterato Giambattista Basile, autore de “Lo cunto de li cunti”, nonché l’inventore della fiaba moderna. Il Convento di San Francesco custodisce inoltre il meraviglioso dipinto San Francesco in estasi, attribuito a Tiziano. Fin dall’antichità la vita del villaggio è stata legata all’agricoltura e alla pastorizia: il territorio è famoso per la produzione di carni e formaggi pregiati, come il caciocavallo podolico, fatto stagionare nelle grotte tufacee che si trovano ai piedi del promontorio sul quale si erge la città. Per il grande patrimonio culturale e storico custodito tra le ripide e irregolari strade del borgo, Zungoli è stata premiata con la bandiera arancione del Touring Club Italiano oltre a far parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.
Ariano Irpino, Castello Normanno, dove si è fatta la storia del Sud Italia
Il Castello Normanno di Ariano Irpino sorge in una posizione strategica facilmente difendibile, grazie alle barriere naturali, agli scoscendimenti e ai dirupi che lo circondano. Le sue antiche origini sono attestate da un documento risalente all'892 e custodito nella Badia di Cava de' Tirreni. Il castello fu al centro di diversi assedi e battaglie che evidenziarono la sua inespugnabilità dovuta, oltre che alle condizioni geografiche del luogo, anche alla rete di vie sotterranee che si estendeva al di là delle mura. Nel 1139 Ruggero II, non riuscendo ad espugnare il maniero, devastò tutte le terre circostanti, anche se poi, nel 1140, entrò da vincitore nella città. Proprietà di illustri famiglie tra cui gli Sforza, i Gonzaga e i Carafa, il castello subì importanti rifacimenti nel corso del XVI secolo, per poi essere abbandonato già nella prima metà del XVII secolo. Dell'originaria costruzione a pianta trapezoidale sono visibili, oggi, quattro grandi torri angolari, costruite con blocchetti squadrati di tufo, collegate tra loro attraverso corridoi ricavati nello spessore dei bastioni e dotate ancora delle cortine murarie. Nel 1992, gli scavi archeologici effettuati all'interno dell'area delimitata dal circuito difensivo, hanno portato alla luce la cosiddetta Torre Grande, di forma quadrangolare, cui si accedeva tramite un ponte levatoio. Il castello è oggi circondato dal verde dell'antica villa comunale, dalla quale si gode di un suggestivo panorama. La città, che probabilmente deve il suo nome al termine latino tardo medioevale ayrale, "luogo incolto, disabitato", sorge su tre colli che dividono la Valle del Miscano da quella dell'Ufita. Fu abitata sin dalla preistoria, come testimoniano i reperti custoditi nel Museo Archeologico di Palazzo Anzani, mentre alle epoche successive risalgono i resti della città di Aequum Tuticum. Durante il Medioevo Ariano ha ospitato uomini potenti e importanti eventi storici, come l'Assise voluta da Ruggiero II, con cui il dux Apuliae et Siciliae consacrò la nascita del futuro Regno delle Due Sicilie. Il ricco passato di Ariano Irpino è raccontato anche negli altri musei disseminati nella città: il Museo Civico e della Ceramica, dedicato alla tradizione artigiana locale, e il Museo degli Argenti, custode dei tesori della cattedrale. Quest'ultima risale all'XI secolo e deve il suo aspetto odierno alla ristrutturazione effettuata dal vescovo Tipaldi nel 1732. L'edificio conserva preziose reliquie ed opere d'arte, tra cui le Sacre Spine donate alla città da Carlo I d'Angiò. Numerosi sono i palazzi signorili che arricchiscono il centro storico; ricco è anche il territorio circostante grazie alla presenza di ampie aree coltivate soprattutto ad olivi.
Nusco, il borgo “balcone dell’Irpinia”, si trova in provincia di Avellino, così denominato per le bellissime vedute che ci sono dagli spalti del castello e dai vicoletti caratteristici. Di grande valore ed importanza storica la Cattedrale di Sant’Amato che è il patrono di Nusco. Maestosa è anche la Chiesa di San Giuseppe in stile barocco. Nusco sorge su un Monte a circa 910 metri di altitudine tra le valli del Calore e dell'Ofanto. Il primitivo borgo si sviluppò in epoca longobarda ed è menzionato per la prima volta in un documento del 1093. Durante il corso dei secoli, tra le sue mura trovarono rifugio Guglielmo, ultimo duca di Puglia, e il re Manfredi, fu feudo dei De Aquino, Giamvilla, De Aczia, Caracciolo, per essere infine acquistato dalla famiglia Imperiale dal 1676 fino al 1806.La fortezza di epoca longobarda venne purtroppo definitivamente abbandonata nella prima metà del XV secolo e sventrata in ogni parte per l'utilizzo dei materiali in nuove costruzioni edilizie. Attualmente si conservano solo i ruderi di alcune cortine murarie.
L’unico posto al mondo dove il Socialismo, nonostante la presenza di un monarca, ha avuto la possibilità di realizzarsi in modo concreto. Nel 1789 il re Ferdinando IV decide di allontanarsi dalla corte. Stabilisce di recarsi presso un tranquillo paesino sito alle spalle della Reggia di Caserta dove si trova la chiesetta di S. Leucio, per l’appunto.
In un primo momento aveva semplicemente formato un piccolo casino di caccia e aveva portato con se alcuni coloni. Questi, con le loro famiglie crebbero e formarono una vera e propria comunità. Il re, affascinato dagli ideali anarco - comunisti che in quel periodo circolavano copiosi, decise di fondare una colonia modello. Le diede una certa autonomia economica, creando una seteria e una fabbrica di tessuti. La regolò con un codice scritto di suo pugno, pieno di straordinarie intuizioni liberali. Volle darle una struttura urbanistica organica e simmetrica. Essendo una sua creatura le diede il nome di Ferdinandopoli. L’impresa, intorno alla quale circolava l’intera struttura urbanistica, non aveva scopo di lucro, ma doveva garantire la sopravvivenza di color che ne facevano parte. Un’industria di Stato, ma al sevizio della collettività. Qualcosa che anticipava e realizzava il sogno comunista. I pilastri della Costituzione di San Leucio-Ferdinandopoli erano tre: l’educazione veniva considerata l’origine della pubblica tranquillità; la buona fede era la prima delle virtù sociali; e il merito la sola distinzione tra gli individui. Era vietato il lusso. Gli abitanti dovevano ispirarsi all’assoluta eguaglianza, senza distinzioni di condizioni e di grado, e vestirsi tutti allo stesso modo. La scuola era obbligatoria, a partire dai sei anni di età: i ragazzi erano poi messi ad apprendere un mestiere secondo le loro attitudini e i loro desideri.
Ecco un estratto dello Statuto:
“La legge che io vi impongo è quella di una perfetta uguaglianza …. (alle coppie di novelli sposi) si concederà una delle nuove case che sono state costruite con tutto ciò che è necessario pe’ comodi della vita, e i due mestieri, co’ quali lucrar si possano il cotidiano mantenimento”
Obbligatoria anche la vaccinazione contro il vaiolo. I giovani potevano sposarsi per libera scelta, senza dover chiedere il permesso ai genitori. Le mogli non erano tenute a portare la dote: a tutto provvedeva lo Stato, che s’impegnava a fornire la casa arredata e quello che poteva servire agli sposi. Insomma qualcosa che, per quegli anni, era addirittura rivoluzionario. Altre assolute novità e avanguardie storiche: venivano aboliti i testamenti: i figli ereditavano dai genitori, i genitori dai figli, quindi i collaterali di primo grado e basta. Alle vedove andava l’usufrutto. Se non c’erano eredi, andava tutto al Monte degli Orfani. Nella successione maschi e femmine avevano pari diritti. I funerali si celebravano senza distinzioni di classe ed erano sbrigativi . Ferdinando abolì anche il lutto, che trovava sinistro: al massimo una fascia nera al braccio. I capifamiglia eleggevano gli anziani, i magistrati (che restavano in carica un anno), e i giudici civili. Ogni manifatturiere, ovvero ogni dipendente delle manifatture della seta, era tenuto a versare una parte dei guadagni alla Cassa della Carità, istituita per gli invalidi, i vecchi e i malati. Il governo era affidato a cinque Seniori del popolo, eletti ogni anno, nel giorno di S. Leucio, fra gli anziani . I loro compiti erano molteplici: decidere delle controversie , vigilare sui prezzi e le qualità, sull’organizzazione della Comunità, sul lavoro, sulle proprietà e le abitazioni, sull’igiene e la salute, ecc. A carico della Comunità erano i medici, i medicamenti, le biancherie e tutto ciò che era indispensabile per il mantenimento di ogni singolo individuo.
Questo poiché uno dei principi cardine dello Statuto recitava così: “dalla salute di tutti dipende la salvezza di ognuno”.
Coloro che per un’invalidità non potevano lavorare, fino alla guarigione, erano mantenuti dalla Comunità. I fondi della Cassa erano dati da tasse mensili che ogni manifatturiere versava in proporzione del suo guadagno giornaliero . Un altro ente previdenziale era la Cassa del Monte degli Orfani che provvedeva a mantenere e ad educare gli orfani fino alla maggiore età. Tramite l’uso di cellule autonome all’interno della fabbrica, si anticipò quel che fu uno dei principali obiettivi dell’attività comunista e in particolar modo gramsciana, ossia il lavoro autogestito. Spesso il comunismo è stato relegato a mera utopia, con il pretesto capitalista che crede sia impossibile che una società del genere possa sopravvivere. Pensate invece, che San Leucio riuscì a sopravvivere perfettamente, e crollò solo dinnanzi alle Invasioni Barbariche. La parola fine però fu posta nel 1861, a seguito della invasione sabauda, il Regno fu annesso al Piemonte: il setificio fu dato ai privati, e lo statuto divenne carta straccia.
1°GIORNO: ROMA - NAPOLI km.250 2°GIORNO: NAPOLI “la città del sole” 3°GIORNO: CASERTA “il palazzo reale più grande al mondo” - CASERTA VECCHIA - SAN LEUCIO km.100 4°GIORNO: POMPEI ”il sito archeologico più visitato al mondo”- PAESTUM ”i tre magnifici templi dorici”-VELIA “l’antica Elea della Magna Grecia”- PAESTUM km.100 5°GIORNO: PERTOSA “le Grotte” - PADULA “la Certosa di San Lorenzo” - TEGGIANO “un borgo strabiliante”km.220 6°GIORNO: L’IRPINIA - NUSCO “il balcone dell’Irpinia” - ZUNGOLI “il borgo delle grotte” - ARIANO IRPINO - BENEVENTO km.200 7°GIORNO: IL SANNIO - SAN MARCO DEI CAVOTI “la città del torrone” - CERRETO SANNITA - BENEVENTO km.140 8°GIORNO: BENEVENTO “Patrimonio Unesco & città delle streghe” - ROMA km.230 |
N.B. Le visite previste potranno essere invertite tra i vari giorni in funzione degli orari di apertura dei musei o per esigenze tecniche, ma il programma rimane invariato.
Quota individuale di partecipazione | € 2.200,00 |
Supplemento singola | € 500,00 |
Riduzione bambini fino a 12 anni in 3°/4° letto | € 100,00 |
Supplemento partenza con Trenitalia AV su Roma/Napoli | SU RICHIESTA |
Quota di iscrizione inclusa di assicurazione annullamento viaggio | € 120,00 |
La quota comprende
- Viaggio A/R in Autobus GT Lusso |
Non comprende: |
COSTO DI TUTTI GLI INGRESSI PREVISTI DURANTE IL TOUR: Tariffe incluse, in alcuni casi, di diritti di prenotazione e preacquisto obbligatori, e di sconti gruppi se previsti, € 150,00 N.B. Le tariffe degli ingressi potrebbero subire variazioni. |
NAPOLI PAESTUM BENEVENTO |
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DOCUMENTO RICHIESTO: CARTA D'IDENTITA' VALIDA |